E' uno strano mondo quello del Selvazzano, dove entrando in club è possibile respirare quell'atmosfera magica che aleggia attorno alle vere squadre: ci si guarda in giro e si viene rapiti dallo spirito sacro del Rugby.

La squadra fu fondata nel 1981, inizialmente c'erano solo le giovani- li poi venne la C2 e a dieci anni dalla fondazione finalmente la se- rie B. per festeggiare la società organizzò una trasferta a Praga con tanto di partitona contro la locale squadra delle ferrovie ma i problemi iniziarono alla frontiera... 

Come ogni squadra che si rispetti infatti anche il Sevazzano aveva "lo straniero", un ragazzo argentino che avendo il visto scaduto non poteva entrare in Cecoslovacchia e così per passare il confine dovettero pagare una multa.

Una volta entrati lo stupore fu incontenibile, parcheggiata ai bordi della strada una macchina targata "TV", scattò l'operazione adesivo: la mac- china fu ricoperta di stemmi col rinoceronte (comprensibile visto che la serie B era stata strappata al Silea). 

La partita si concluse con una vittoria e il terzo tempo con uno spropositato tasso alcolico. Divertita chiedo loro se abbiano fatto altre trasferte e mi rispondo- no:" no, avevamo finito i soldi". 

Per tre stagioni consecutive il Selvazzano ha organizzato la " FESTA DELLA BIRRA" la cui durata era di tre settimane e all'interno della quale si disputava un importante torneo di Seven cui partecipavano squadre provenienti da ogni dove. In club si annovera anche la presenza di guest stars di eccezionale potata, non tutti sanno infatti che nel settembre 1991 i mitici ALL BLACKS hanno cenato qui! 

I veri personaggi eccezionali però si incontrano all'interno della squadra e sono loro: Pans, affetto da strane patologie quali una fastidiosissima "cernia del disco e una rara sindrome da morte improvvisa", Bebe che ha cominciato a giocare a 31 anni e ha smesso a 41, Lollo che durante una cena ha bevuto uno "yard of ale" di birra in 28" e poi Ossi, il killer, Puffi, il Rosso, il Bido detto anche super patata e infine annoverano un ex come Carlo swarowski Scalzotto detto Flanella ovvero l'uomo più rotto del mondo.

Il vero fiore all'occhiello del Selvazzano sono le feste in club, veri e propri happenings nonchè occasioni per raccogliere un po' di soldi per la squadra. 

Sono indimenticabili le feste di carnevale, rigorosamente in costume dove si possono incontrare piloni vestiti da ballerine di danza classica o da brasiliane stile "cacao meravigliao" e come non ricordare il Kller vestito da "mano" che per tutta la serata è rimasto rannicchiato dentro uno scatolone da cui usciva solo quando qualcuno incuriosito lo apriva.

Ma la mascherina più bella ri- mane senza dubbio il "killer cereali" fatta con 4000 fotocopie di una carta della famosa barretta di cioccolato. Il barista per eccellenza delle feste in club è One il quale ha inventato l'omonimo cocktail il "crepone", drink gradevole ma dagli effetti collaterali non prevedibili.

Lo stesso ha anche fondato l'APE (associazione piloni esauriti) con tanto di album di iscritti alla categoria. Memorabile è stata anche "la cena degli stinchi": i commensali erano 25, gli stinchi 50 è nato quella sera il concorso a premi:" quanti stinchi ha un maiale?", rispondete al nostro indirizzo e-mai, potrete vincere un ambitissimo abbonamento alle partite del S.R.C. .

In club tra una fetsa e l'altra sono nate anche delle bellissime storie d'amore, una di queste, quella tra Lollo e la Manu , si è coronata con un bel matrimonio e un paio di bambini, altre, per dovere di cronaca , dopo una o più feste sono finite.... 

Ricordare tutti gli eventi che colorano di leggenda questo Club non è possibile ma tra quelli di cui è rimasta memoria c'è senz'altro la domenica in cui i ragazzi hanno raggiunto la promozione una giornata prima della fine del campionato grazie al fisico nucleare Eti Cltaruz- za cugino di Eta Beta e di ritorno hanno fatto tappa con tanto di par- cheggio selvaggio in tutti i bar da mestre a casa... 

Altro evento fu il terzo tempo al termine della partita col Valpollicella quando fu svuotata la cantina del loro club e tornando a casa anzichè prendere per Venezia sono andati dritti verso Mantova sud, o quella domenica in cui i nostri eroi giocavano a Silea e metà squadra si è preesntata sul campo del Casale.

Morale della favola: Mai seguire Baratella!

La scorsa stagione, per rispettare la tradizione, di ritorno dalla trasferta a Perugia si sono fermati per la classica tappa all' Auto- grill di Bologna. Un panino, una birra e si riparte! 

Dopo una trentina di chilometri squilla un telefonino:"Pronto" "Pronto ma dove siete?" era Bruno Doni, la terza linea, se lo sono dimenticato lì. 

Non se ne hanno più avute notizie. 

Forse leggendo quanto sopra vi sareta chiesti chi sia il temerario che ha accettato di allenare questo branco di matti, ebbene si tratta di un nome noto al rugby italiano, da quattro anni a tenere le redini è il sig. Pasquale Presutti. 

Le sue frasi di incoraggiamento sono diventate oramai degli aforismi, la classica del prepartita è:" Tranquilli ragazzi dovete sbatteli pe' terra" e quando un giocatore stremato si avvicina alla panchina dicendo:"Pasquale sono alla frutta" la caustica risposta è:"mo te magni pure er dolce!". 

Vi ho detto quasi tutto quello che sapevo sul Selvazzano ma voglio concludere raccontandovi del più affezionato tifoso di questa squadra: Ettore, un labrador che è praticamente cresciuto in club non mancando mai un allenamento o una partita, per questo i ragazzi lo considerano la loro "mascotte", titolo che un tempo fu del defunto Cesare. 

Ho chiesto ai ragazzi quali siano le mete prefissate per questa stagione e loro ironici mi hanno risposto:" finire il campionato ricordando la vittoria sul Petrarca all'andata e organizzare per metà giugno una cena fantastica sul campo con una lunghissima tavola da meta a meta". 

Sentiti ringraziamenti da parte di tutta la squadra vanno alle famiglie Cardi e Ovrinati e al Dott. Maurizio, specializzato in punture, il MC Guiver della medicina. Non trovando più parole, concluderò citando il famoso allenatore, che guardandomi con l'aria di chi QUESTI li conosce davvero mi ha detto: " questi sono tutto tranne che una compagnia di bravi Cristiani".

 

 

 


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SILVIA CADAMURO

 

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