Un altro modo di vivere il rugby: è questa la prima impressione che si ha entrando nel mondo dei Celtic di Bruxelles.

Non si tratta di qualcosa di autenticamente belga, ma dell’attività dei Brussels Celtic Rugby Football Club (BCRFC), una squadra originariamente composta principalmente da “expat” irlandesi e gallesi. Oggi è un vero club internazionale dove il minimo comune denominatore è lo spirito del rugby, temprato da quello che qui chiamano Celtic fighting spirit.

Con qualche francese, uno spagnolo, due sudafricani, un paio di belgi, un portoghese e ormai qualche innesto italiano lo spirito celtico cede però il passo allo sport e all’amicizia. Insomma un ambiente internazionale e un club il cui motto la dice lunga sul tipo di rugby che si vive qui con i Celtic: “Brussels Celtic more than just a rugby club”. Per un italiano, abituato ai continui e apparentemente insormontabili problemi di gestione comuni a molti club nazionali, quest’esperienza è la dimostrazione dell’importanza di voler vivere e far parte di un club nel quale, quando bisogna organizzare un’attività, ogni membro della squadra si dà da fare, mettendo a disposizione il proprio tempo libero per onorare la propria maglia dentro e fuori dal campo.

Andate a vedere come è curato e aggiornato il sito internet (www.brusselsceltic.com), oppure come un gruppo di persone che giocano a rugby per pura passione sono riusciti ad allenarsi e giocare, proprio qui a Bruxelles, con una squadra del calibro di Shannon, la più titolata d’Irlanda. Venite a vedere le maglie esposte nella club house con dedica di Mick Galway.

Qui coi Celtic, si vive e si respira rugby, e la club house altro non è che un pub chiamato O’Dwyers, dove sin dal primo ingresso, accolti da un enorme murale dei British Lions, si capisce di essere in territorio rugbystico. Per chi passi da Bruxelles, magari un venerdì sera, non è raro incontrare proprio da O’Dwyers un branco di giovani e meno giovani sempre pronti a brindare per un amico che parte o un nuovo che arriva. Si tratta insomma di un club dove alla serietà e alle capacità organizzative di rugbymen, che come nella migliore tradizione di questo sport non guadagnano un centesimo dalla loro attività, si aggiunge un calore umano raro. Un calore umano però che certamente arricchisce da un diverso punto di visto che solo chi ama e vive il rugby può capire.

Per il resto ovviamente, i Celtic restano una squadra di rugby e gli allenamenti sono davvero duri. Non ci si allena mai meno di due ore, mantenendo una concentrazione e una serietà davvero ammirevoli. Ognuno è il benvenuto tra i Celtic di Bruxelles, unici requisiti: curiosità o passione per il rugby, un certo spirito di sacrificio e voglia di condividere un’esperienza di vita giocando lo sport più bello del mondo.

Perciò se passate da Bruxelles venite al 55, Rue Archimède, che sia per una birra, una partita o un terzo tempo, troverete sempre compagnia…

Andrea Allegra

 

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