Enrico "Kikko" per gli amici, è nato a Montebelluna il 15 Ottobre dell'80 ed è cresciuto a Volpago del Montello. Ora abita alle porte di Treviso in un appartamento con altri 3 giovani giocatori, arredato in modo spartano ma dove non mancano attrezzi ginnici, playstation, foto, striscioni e poster tutti ovviamente sul rugby. Kikko ha il diploma di odontotecnico e per qualche tempo prima di diventare un vero professionista nel rugby dedicava un po' del suo tempo libero a fare pratica in uno studio medico dentistico, anche adesso lo fa, il giovedì pomeriggio, libero dagli impegni con la squadra. Ama leggere un po' di tutto, ascolta musica italiana ed in particolare Vasco ma ciò che adora fare è uscire e chiacchierare con gli amici. Ha fatto il militare nel gruppo sportivo a Roma e lui ricorda questa come una bellissima esperienza; ma questa è già storia recente.... chiediamo a lui come e quando ha cominciato a giocare!

 

Allora Kikko, anche per te il rugby non è stata la prima esperienza sportiva...
I miei genitori, che sono due persone stupende con mentalità aperta e sportiva, mi hanno fatto cominciare con il nuoto, poi ho scelto di fare calcio e loro mi hanno sempre sostenuto consigliandomi, ma lasciando a me le decisioni.

E poi?
E poi la svolta... a 13 anni Massi Ruggero è venuto a prelevarmi a casa per portarmi in campo a farmi provare e conoscere il rugby e, neanche a dirlo, mi è piaciuto subito! Era la Tarvisium, una squadra ed un ambiente bellissimi ed io mi sono ambientato in un attimo anche perché eravamo tutti bambini alla prima esperienza. A 16 anni, sotto l'ala protettiva dell'inossidabile Ino Pizzolato, ero già nella prima squadra ed in nazionale giovanile, ho giocato anche due 6 Nazioni con l'U21 ed a 20 anni, cioè quest'anno, sono passato alla Benetton.

E questa nuova squadra?
E' un ambiente più professionale, mentre la Tarvisium era certamente più familiare. Non posso dire quale sia migliore, vanno bene così entrambe perché comunque hanno obiettivi diversi.

Ora raccontaci un po' di te...
Bhè sono una persona tranquilla e normale, conduco una vita regolare come tutti i giocatori, faccio due allenamenti al giorno e le serate durante la settimana hanno sempre un programma tranquillo, a mezzanotte a letto! Dopo la partita o nelle occasioni di festa amo stare con gli amici a far baldoria fino a tarda ora.

Il tuo carattere?
Sono aperto, socievole e buono... anche troppo a volte. Ho sempre voglia di divertirmi e giocare, sono un po' bambino, spensierato e allegro.

Quindi hai un sacco di amici?
Sì, anche se gli amici veri sono quelli con cui instauro un rapporto profondo di fiducia reciproca e di sincerità, che si dimostrano compatibili con il mio carattere (esempio Cristian Lauro, Kekko Maranga e Cappea, con i quali sono cresciuto)... non riesco a legare con i musi lunghi.

E con la tua famiglia?
Dei miei genitori ho già detto, poi c'è Manuel (capitano della Tarvislum ndr), mio fratello maggiore, e grandissimo amico, gli voglio un bene dell'anima: tante volte penso prima a lui che a me e cerco sempre di fargli avere ciò che ho.

Com'è la vita "da solo?
E' bello, ma la mamma è sempre la mamma! Tomo a casa appena posso. Mi trovo comunque bene  con i miei coinquilini, uno è pure cuoco, e per fortuna!!!!! Perché io cucino solo poche cose semplici diciamo il menù base della sopravvivenza! Da piccolo, invece, mi piaceva fare i dolci.

Ma dai! Altre cose strane o tue manie?
Bhé ho la mania dei denti! Mi dedico alla cura e pulizia dei denti con impegno quasi maniacale (vedi anche titolo di studio!! ndr).

Che farai da grande?
Voglio giocare più che posso e poi un giorno in un futuro ben lontano, vorrei poter lavorare nel settore odontotecnico.

Fra i tuoi sogni nel cassetto c'è forse il desiderio di giocare in qualche altro club magari all'estero?
In Italia sono già nel migliore dei club però allo scopo di fare esperienza giocherei anche da altre parti se il caso lo volesse, all'estero andrei soltanto dopo aver fatto un bel po' di esperienza qui, per non farmi male o bruciarmi.

Cosa intendi?
Se arrivassi lì senza esperienza rischierei una figuraccia e, quel che è peggio, non avrei la possibilità di sviluppare le mie capacità... non voglio fare il passo più lungo della gamba.

Come giudichi la scelta di una squadra di investire molto nell'acquisto di tantissimi giocatori, anche giovanissimi, per poi non farli giocare quasi mai?
Una grossa squadra non può rischiare equilibri sottili, i giocatori sono esposti ad infortuni, e le riserve devono essere quasi al livello dei titolari per non compromettere l'intera squadra; la crescita per quelli che stanno fuori avviene comunque per la vicinanza dei grandi, dei "senatori" del rugby, per noi è un dovere, un onore, ma soprattutto una straordinaria fortuna seguirne le orme.

 

Con questa chiaccherata abbiamo scoperto un Kikko diverso da quello che le apparenze mostrano.
 Complimenti ed in bocca al lupo per tutto... anche per quello che non è stato riportato in questa intervista!


Tella             

 

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